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Maternità


Maternità

LEGISLAZIONE

Le disposizioni di legge riguardo il trattamento di maternità sono raccolte nel Decreto Legislativo n. 151 del 26 marzo 2001 e nel D.P.R. n° 1026 25-11-76.

CONGEDO DI MATERNITÀ

L’astensione obbligatoria per le assistenti di volo inizia dal momento stesso della diagnosi di gravidanza: tale norma è espressamente prevista dall’art. 5 del D.P.R. n° 1026 alla lettera O :

i lavori… vietati sono i seguenti: il lavoro a bordo delle navi, degli aerei, dei treni, dei pullman e di ogni altro mezzo di comunicazione in moto: durante la gestazione e fino al termine del periodo di interdizione dal lavoro ".

Il periodo di interdizione obbligatoria (o congedo di maternità) dal lavoro decorre dalla data dell’emissione del certificato di gravidanza da parte della struttura medica competente:

Tale struttura può essere un ambulatorio SASN o in sua assenza, un ufficiale sanitario, medico della ASL, con la diagnosi redatta dal proprio ginecologo, e farsi rilasciare un certificato in triplice copia da contro firmare. Tale certificato dovrà contenere, oltre ai dati anagrafici della gestante, la data dell’ultima mestruazione e la data presunta del parto.

Il certificato dovrà pervenire all’azienda di appartenenza e  all’Ispettorato Provinciale del Lavoro per il successivo rilascio del certificato di interdizione anticipata dal lavoro (che verrà inviato anche alla lavoratrice).
Contestualmente si dovrà provvedere a inviare copia del certificato all’Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo - IPSEMA che corrisponderà all’A/V l’indennità di maternità prevista tramite assegno o accredito sul conto bancario.
Alitalia stessa si  preoccupa di far pervenire la necessaria documentazione presso gli organi competenti.

Poiché la legge prevede che  la salute della madre e del bambino è protetta fino al settimo mese dopo il parto la quasi totalità degli Ispettorati Provinciali del Lavoro predispongono l’estensione del congedo di maternità dal terzo al settimo mese. Ribadiamo comunque che la decisione è demandata, dopo lo studio della relativa documentazione e della valutazione dei rischi, ai singoli ispettori del lavoro.

TRATTAMENTO ECONOMICO

Per i periodi di astensione obbligatoria (dall'inizio della gestazione fino a 7 mesi dopo il parto) l'assegno erogato dall'IPSEMA, calcolato con riferimento all’attività di volo relativa al mese precedente l'interdizione, sarà così composto:

Parallelamente all’assegno dell’IPSEMA, l’A/V percepisce anche una busta paga dall’azienda che corrisponde una retribuzione sulle voci fisse.
L’importo è variabile dal 5% al 20%. Tale variazione percentuale è legata all’attività del mese precedente l’interdizione dal lavoro (più basso è il volato, più alta è la percentuale).

Queste cifre sono relative al solo periodo di astensione obbligatoria e cioè fino al settimo mese del bambino.

NOTA BENE: diversamente da quanto avveniva in passato, l’indennità di maternità erogata è al netto delle ritenute fiscali poiché l'IPSEMA funge da sostituto d'imposta.

TRATTAMENTO NORMATIVO

I periodi di congedo per maternità devono essere computati nell’anzianità di servizio a tutti gli effetti, compresi quelli relativi alla tredicesima mensilità o alla gratifica natalizia o alle ferie. Inoltre tali periodi vanno considerati ai fini della progressione della carriera come periodi lavorativi quando i contratti collettivi non richiedano particolari requisiti.

INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA

In caso di interruzione di gravidanza spontanea o terapeutica, avvenuta prima del 180° giorno, il periodo verrà pagato come previsto per la maternità.
Dalla data di interruzione in poi, sarà corrisposta l'indennità di malattia.
L'interruzione di gravidanza spontanea o terapeutica dopo il 180° giorno dall'inizio di gestazione, viene considerata parto a tutti gli effetti, con diritto quindi ai tre mesi di astensione obbligatoria e relativo trattamento economico previsto per la maternità.
In ogni caso la lavoratrice dovrà inviare all’Azienda il relativo certificato medico attestante il mese di gravidanza al momento dell’interruzione e la data presunta.

PARTO

La lavoratrice dovrà far pervenire, entro 30 giorni dal parto copia del certificato di "assistenza al parto" redatto dall’istituto di cura dove esso è avvenuto, che verrà inviato, all’azienda e all'IPSEMA di Genova. In seguito si invierà anche il certificato di nascita.

Contestualmente all’invio in azienda del certificato di assistenza al parto (vedi parte generale) redatto dalla struttura dove esso è avvenuto, per il calcolo dell’astensione obbligatoria post partum, è necessario, entro 10 giorni dalla data di ricovero, comunicare all' assicurazione tramite raccomandata R.R., telegramma o fax:

Per ottenere il rimborso, una volta dimesse, è necessario inviare all' assicurazione la sola cartella clinica se si è state ricoverate in una struttura pubblica, la copia conforme rilasciata dalla clinica e le fatture originali se il ricovero è avvenuto in una struttura privata.

Per I’importo dei rimborsi previsti è bene contattare la società di assicurazione.

ASTENSIONE POST-PARTO PER IL PADRE

La Legge riconosce al padre lavoratore il diritto di astenersi dal lavoro nei primi tre mesi dalla nascita del figlio in caso di:

II diritto in questione è riconosciuto a prescindere dalla condizione di titolarità di un rapporto di lavoro subordinato da parte della madre.
Il padre lavoratore che intenda avvalersi del diritto deve presentare al datore di lavoro la certificazione relativa. In caso di abbandono, il padre lavoratore rende una dichiarazione di assunzione di responsabilità ai sensi della legge n. 15/68.
Così come previsto per la madre, anche le assenze del padre, regolarmente retribuite alla stregua di ogni periodo di astensione obbligatoria, sono computate nell'anzianità di servizio a tutti gli effetti, compresi quelli relativi alla tredicesima mensilità e alle ferie.

ASPETTATIVA PER MALATTIA BAMBINO

In caso di malattia del bambino di età inferiore ai tre anni, il genitore ha diritto ad assentarsi dal lavoro ogni qualvolta se ne presenti la necessità, dopo aver informato l’ufficio impiego, inviando il certificato medico rilasciato da un medico specialista del Servizio Sanitario Nazionale o con esso convenzionato all’ufficio malattie, tramite raccomandata R.R.
Tale diritto, come detto, può essere esercitato da entrambi i genitori, a condizione che uno solo dei genitori se ne avvalga, cioè che il congedo di malattia bambino non venga fruito contemporaneamente da entrambi .
L’assenza dal lavoro non è soggetta a controllo o ad osservare fasce di reperibilità. Il certificato medico pediatrico è unico per apertura e chiusura della malattia del bambino; in caso di prolungamento basta informare l’ufficio turni ed inviare il nuovo certificato.
E’ bene informare comunque l’ufficio turni della chiusura, il giorno precedente a quello impiegabile.

Durante le malattie del bambino di età compresa fra i tre e gli otto anni, ciascun genitore, alternativamente, ha diritto di astenersi dal lavoro per cinque giorni lavorativi all'anno, alternativamente (i genitori non possono fruire contemporaneamente dell’aspettativa per malattia bambino) sempre dietro presentazione del certificato medico.

La malattia del bambino che dia luogo a ricovero ospedaliero interrompe il decorso del periodo di ferie in godimento da parte del genitore.
E' utile, per l'esercizio del diritto, che i genitori facciano pervenire tempestivamente al datore di lavoro, tramite raccomandata R.R. idonea documentazione medica rilasciata dalla struttura ospedaliera.

Ai fini della fruizione dei permessi per malattia del bambino, la lavoratrice e il lavoratore sono tenuti a presentare una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, attestante che l'altro genitore non sia in astensione dal lavoro negli stessi giorni per il medesimo motivo. Anche i periodi di assenza dal lavoro per malattia del bambino dai tre agli otto anni sono computati nell'anzianità di servizio, esclusi gli effetti relativi alle ferie e alla tredicesima mensilità e non danno diritto ad alcuna indennità economica.
I periodi di astensione facoltativa per malattia bambino non sono retribuiti .
Detti periodi vengono computati nell'anzianità di servizio esclusi gli effetti relativi alle ferie e alla tredicesima o altre gratifiche.

Dal terzo all’ottavo anno la contribuzione è ridotta e comunque riscattabile.

Si ricorda che il diritto di assentarsi per la malattia bambino spetta anche se l’altro genitore non lavora oppure è lavoratore autonomo

TRATTAMENTO ECONOMICO

Per i periodi di astensione facoltativa, ai lavoratori e alle lavoratrici è dovuta:

I periodi di astensione facoltativa dal lavoro sono computati nell'anzianità di servizio, esclusi gli effetti relativi alle ferie e alla tredicesima mensilità.

i periodi di astensione facoltativa sono coperti da contribuzione figurativa.

PART TIME

La Corte di Cassazione, con sentenza 7839/98, ha stabilito il diritto a percepire l'indennità di maternità anche nei periodi di part time. Nei contratti di lavoro a tempo parziale, quando l'interdizione obbligatoria per maternità inizia entro il 60° giorno dall'ultimo lavorato, l'indennità è corrisposta anche per i periodi non lavorati
.
Se, viceversa l’astensione inizia trascorsi più di 60 giorni dalla ultima prestazione lavorativa, l’indennità di maternità verrà corrisposta solo per il periodo effettivamente lavorato. La retribuzione da prendere a riferimento in tutti i casi è quella della ultimo mese lavorato prima dell'inizio dell'astensione.

DIVIETO DI LICENZIAMENTO

Ai sensi dell'ari 2, comma 1, legge 1204, la lavoratrice non può essere licenziata dall'inizio del periodo di gestazione fino al compimento di un anno di età del bambino. Il divieto di licenziamento è  collegato allo stato obiettivo di gravidanza e puerperio. Il divieto ha l'evidente scopo di assicurare alla lavoratrice in stato di gravidanza la tranquillità economica e psicologica necessaria per il più idoneo svolgimento fisiologico della gestazione e dell'allattamento.
La lavoratrice, licenziata nel corso dei periodo in cui opera il divieto, ha diritto di ottenere il ripristino del rapporto di lavoro  mediante presentazione,  entro novanta giorni dal licenziamento, dei documenti comprovanti le condizioni previste per il divieto (art. 2, comma 2, legge 1204).
Nel caso che il bambino sia nato morto, o sia deceduto durante il periodo di interdizione dal lavoro, il divieto di licenziamento continua ad operare per tutta la durata dell'interdizione stessa.

Ove il bambino sia deceduto dopo il periodo di interdizione e prima del compimento di un anno di età, il divieto cessa dieci giorni dopo la sua morte (art. 2, Dpr 1026).

Se la donna non riconosce il figlio o lo ha abbandonato appena nato, si può ritenere che il divieto operi solo sino a tre mesi dopo il parto.

Il licenziamento causato dalla domanda o dalla fruizione dei congedi per l'astensione obbligatoria o facoltativa dal lavoro per maternità/paternità, per periodi di riposo giornaliero durante il primo anno di vita del bambino nonché per i periodi di assenza dal lavoro durante le malattie del bambino di età inferiore agli otto anni, è nullo e semplicemente inefficace.

ECCEZIONI AL DIVIETO DI LICENZIAMENTO

Il divieto non opera nel caso di:

    Durante il periodo nel quale opera il divieto di licenziamento, la  lavoratrice può essere sospesa dal lavoro, solo nel caso in cui sia  sospesa  l'attività'  dell'azienda  o  del  reparto  cui essa e' addetta,  sempre che il reparto stesso abbia autonomia funzionale.

La lavoratrice non può altresì essere collocata in mobilità a seguito
di  licenziamento  collettivo ai sensi della legge 23 luglio 1991, n.
223, e successive modificazioni.

TRATTAMENTO PREVIDENZIALE

I periodi di maternità sono coperti da contribuzione figurativa:
i contributi figurativi sono contributi "fittizi" riconosciuti agli assicurati per i periodi durante i quali non c'è stata attività di lavoro e di conseguenza non c'è stato il versamento dei contributi obbligatori.
I contributi figurativi sono utili sia per raggiungere il diritto alla pensione sia per aumentarne l'importo.
Ai fini dell'accredito figurativo sono validi i periodi di:

    
L'accredito figurativo dei periodi di astensione facoltativa oltre i sei mesi e fra il terzo anno e l'ottavo anno di età del bambino, per i periodi di riposo per allattamento e per i periodi di assenza per malattia del bambino di età compresa tra i tre e gli otto anni, può essere integrato mediante riscatto o mediante autorizzazione ai versamenti volontari.

Links  utili
inps.it
handylex.org

Alcune informazioni potrebbero non essere aggiornate.
Per gli AA/VV on duty: vi ringraziamo in anticipo e ci aiuterete a mantenere queste notizie aggiornate. Grazie.